Alla ricerca del tartufo bianco d'alba

Nelle Langhe, patria del Barolo ma anche terra di tartufi, dopo una serie di curve che si arrampicano sulla collina tra piantagioni di noccioli e vigne scoscese, il Castello di Monticello mi appare imponente contro il cielo azzurro. Giunta a destinazione un’imponente e minacciosa armatura medievale mi accoglie all’ingresso e mi rimbalza all’indietro di molti secoli. Il Castello è infatti una delle più imponenti e meglio conservate costruzioni della zona per il fatto che dal 1372 ad oggi è di proprietà della stessa famiglia, i conti Roero di Monticello che l’hanno scelta come loro abituale residenza. Nel grande salone del “piano nobile” vengo ricevuta dagli attuali proprietari, Aimone e Elisa Roero di Monticello, che mi guidano nella visita delle magnifiche sale, illustrandomi i cimeli di famiglia e successivamente mi accompagnano per una passeggiata nel magnifico parco, ricco di querce e con terreno fertile per la nascita dei tartufi. Questo parco che circonda la dimora su tutti i lati sovrapponendosi all’antico fossato, venne disegnato nel 1827 dall’architetto dei giardini di Casa Savoia Xavier Kurten, ed è un magnifico esempio di parco all’inglese secondo la moda del tempo.  Oltre alla visita della dimora e all’esperienza storico artistica, suggerisco un affascinante viaggio alla scoperta dei sapori del territorio con “show coking” guidati anche da chef stellati e la ricerca del tartufo nel parco accompagnati da un trifolau e cani tabui.

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